Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/327

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851 sua lettera nrm avesse dissimulato ciò che distrugge questa accusa. Non sapeva questo perspicace autore, che dove prendo ad impugnare in particolare alcuno di questi pregiudizi, non mi contento d’esprimerlo colle parole con cui venne prima da me disegnato, ma reco altresì con fedeltà ed esattezza le precise parole dell’autore, dalle quali ho ricavato tal pregiudizio. Così, a cagion d’esempio, dove impugno (tom. 2, p. 229.) il pregiudizio del Bettinelli contro il carattere degli autori Spagnuoli, reco formalmente l’espressione di questo dotto autore, con cui egli spiega il suo sentimento; e così negli altri. E potrà pretendere il sig. aliate Tiraboschi che ciò non possa farsi senza taccia d’infedeltà? Rilegga egli la pag. 4 della sua lettera. « Io confesso, dico, che ho creduto, ed ho scritu to, clic gli Spagnuoli abbiano avuta non poca « parte nella corruzione del gusto così ne’ tempi « della romana letteratura, come nella deca<. denza che soffrirono tra noi le lettere nel « secolo antecedente (1) ». E dove mai sono state scritte dal sig. abate cotali parole? Legga e rilegga gli otto tomi della sua Storia letteraria, c ve le trovi, s’egli è da Lutto. Se io così declamassi, non alzerebbe la voce il sig. abate (1) Io qui ho compendiato ciò che ho scritto, e non ho riferito le mie parole in caratteri diversi, nè ho citato il luogo ove le ho usate; e perciò bastava eli1 io riferissi il mio sentimento, senza usar le stesse parole. Ma il sig. abate Lampillas, dopo aver alterata la mia proposizione, la riporta con tutti i contrassegni che ancora si son creduti i più autentici per indicare le precise parole dello scrittore.