Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/353

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molto di ciò di cui ragiona l’abate Tiraboschi in questo passo della sua lettera. Nella p. 162 comincia il paragrafo sesto, il cui titolo è: Il risorgimento degli studi di Filosofia, ec., dopo il mille lo dovette l’Italia agli Spagnuoli. Qui rimprovero all’abate Tiraboschi il disporre ch’ei fa la sua Storia in maniera, che in tutte l’epoche comparisca l’Italia maestra ed illuminatrice delle altre nazioni, e parlando del risorgimento degli studi di filosofia dopo il mille la discorro così (p. 164): A disvelare maggiormente la « singoiar arte di quest’autore in esaltare la « patria letteratura, servirà non poco il riflet« tere la maniera con cui entra a parlare di « Gherardo preteso italiano. Dopo aver detto « che gl’italiani fecero risorgere la filosofia « in Francia, e che in Costantinopoli le reca« rono nuovo lume, disse: che più? anche « alle Spagne si fece conoscere il valore degì I« taliani nel coltivamento dei filosofici studi per « opera del celebre Gherardo cremonese (t 3); « quindi termina così la storia di Gherardo: « In tal maniera gì Italiani quesi ad ogni parte « del mondo davano in questo tempo luminose « pruove del loro sapere, e govavano a dis« siparc le tenebre che lo avevano da tariti « secoli ingombrato (ivi) ». In seguito a questo passo del mio Saggio viene quel tratto che ristampa l’abate Tiraboschi nelle pag. 11 e seg., e comincia: Chi non crederà leggendo questi bei tratti della Storia letteraria, ec. Qui può osservarsi la fedeltà con cui asserisce l’abate Tiraboschi, che io dopo arrecati diversi tratti, ne’ quali egli ragiona del