Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/357

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«di illustri filosofi, aveanle accresciuto nuovo ornamento. Or nel decadimento in cui ella era, gl Italiani parimente furono i primi che per così dire la richiamassero a vita: ed aprissero la via non solo a’ lor nazionali, ma ad altre nazioni ancora. Quindi arreco l’esordio con cui il Tiraboschi entra a discorrere della medicina nel seguente capo: Come la Filosofia e la matematica, dice, dopo l’essere state parecchi secoli quasi interamente neglette, cominciarono a questi tempi a risorgere in Italia, e da essa si sparsero poscia nelle vicine non meno, che nelle lontane provincie, così pure la medicina, nell epoca di cui parliamo, venne per opera degl Italiani singolarmente a nuova luce. Dopo di ciò osserva la maniera con cui comincia a parlare di Gherardo, cioè: che più? anche alle Spagne, ec. In vista di quest’ordine del mio ragionare, che ognun che ha gli occhi in fronte, legge nel mio Saggio , chi crederebbe giammai che un uomo che mi accusa di mala fede, dopo recate quelle mie parole, dove lo incolpo di voler far comparire l’Italia ristoratrice degli studi in Europa, soggiungesse (p. 12): quindi passa a ragionar lungamente degli studi e delle opere degli Arabi Spagnuoli, per dimostrare, quanto tutto il mondo debba a quella nazione. Se la verità filosofica fosse stata la condottiera della sua penna , in questo luogo doveva piuttosto dire: quindi arreca parecchi tratti della mia

    • Storia, co’ quali dimostra ad evidenza ch’io
    • ini sono studiato di far comparire l’Italia la