Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/380

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della letteratura italiana , mentre esigeva la giustizia che da lui venisse dipinta come quella a cui sono debitrici le italiane lettere de’ maggiori vantaggi. E potrà ella pretendere che chiunque legge attentamente la sua Storia, debba confessare che tra le nazioni straniere all’Italia non ve 7i è alcuna, a cui lode tante cose egli abbia in essa inserite, quante alla spagnuola? E che quando mai ci fosse motivo a doglianza, T avrebbero piuttosto i Francesi che gli Spagnuoli? In primo luogo,quando si fosse adoperato così a favore della nostra Spagna, non avrebbe egli fatto altro che quello che da lui esigevano e la gratitudine e la giustizia. E ciò possiam affermare francamente in faccia al mondo tutto , mentre che il sig. abate Tiraboschi non mostri che l’antica italiana letteratura non dovette più alla nazione spagnuola, che a verun’altra delle straniere nazioni. In secondo luogo , e dove mai troverà il sig. abate in tutta la sua Storia date alla nostra nazione quelle lodi ch’egli con minor ragion non nega alla Francia? Confessa egli giammai che gl’Italiani sieno obbligati agli Spagnuoli per essersi adoperati in ammaestrarli, come confessa de’ Francesi? Eppure quando mai, sia negli antichi, sia ne’ moderni tempi, mandò la Francia tanti e sì gravi maestri all’Italia, quanti ne vennero dalla Spagna? Confessa egli giammai che l’Italia sia debitrice al dominio spagnuolo de’ sommi vantaggi recati agli studi, come confessa che ne fu debitrice alla Francia? Eppure non men le antiche che le moderne italiane lettere