Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/39

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TERZO 5G3 argomento sembra a prima vista quello che si fecer processi per riconoscer la verità degli scavamenti ch’ei diceva di aver fatti, e che si trovarono di fatto alcuni di cotai monumenti nascosti profondamente sotterra. Ma poichè si confessa ch’essi sono supposti, convien confessare che alcuno ivi a bella posta gli ascose, poichè certo essi non vi nacquero come funghi , nè germogliarono dalle radici. Or perchè non poteva avergli ivi occultati lo stesso Inghirami? Se alcun altro fu 1’autor dell1 inganno, perchè non si accinse egli allo scavo? Gli autori di cotai burle non hanno altro fine che di godere il piacere di veder molti delusi j c io non so se vi sia mai stato uno che dopo aver sostenuta la pena di fingere monumenti , e di occultarli sotterra , non siasi curato di veder l’effetto di cotale impostura. Nè io perciò voglio dare all1 Inghirami la taccia d1 impostore. Forse egli volle soltanto prendersi giuoco d1 altrui. Ma ei non l’ottenne se non presso quelli cui poca gloria era f ingannare. X. Tanti e sì pregevoli monumenti scoperti e dottamente illustrati giovaron non poco a rischiarar l’altro ramo delle antichità , cioè gli usi e i costumi delle antiche nazioni e de’ Romani singolarmente. E io nominerò dapprima la raccolta di dissertazioni di diversi autori su diversi punti di antichità singolarmente romane col titolo di Miscellanea italica erudita, pubblicata dal P. Gaudenzio Roberti carmelitano in Parma in quattro tomi nel 1960, in cui si contengono molti trattati su tale argomento , benchè non tutti di ugual valore. Le fabbriche i x. Coni inu»*ioo de1 medi» imi.