Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/411

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1)35 le par troppo modesto, e vuol che si dica che scorgesi manifestamente. E ognuno ben vede di qual importanza sia un tal cambiamento. Rimangono due altre note da osservarsi in questo terzo tomo a pag. e 233. Nella prima avendo io detto che Ottone III fece innalzare Gerberto alla sede arcivescovil! di Ravenna, V. P. reverendissima mi corregge amorevolmente, e mi avverte che il pontefice Gregorio V fu quegli che innalzò Gerberto, dopo che questi si pentì de’ suoi trascorsi, all’arcivescovato di Ravenna. Io la prego a render compite le sue beneficenze in mio favore, e a spiegarmi se il dire che Ottone fece innalzare Gerberto a quell’arcivescovado sia contrario al dire che Gregorio ve lo innalzò. E così pure la prego a indicarmi per qual ragione abbia ella nella seguente nota avvertito che il Cardinal Bennone era scismatico, e che fu calunniosa l’accusa della magia da lui apposta a Silvestro II. A me pareva di aver detto lo stesso. Ma V. P. reverendissima ha occhi troppo più penetranti de’ miei per iscorger l’errore ove io non giungo a ravvisarlo *, e mi lusingo perciò che vorrà compiacersi di farmi conoscere la gravità del mio fallo, acciocchè io possa piangerlo e detestarlo sinceramente. Passiamo al tomo quarto, sul cui principio V. P. reverendissima si degna di ammaestrarmi nelle leggi della buona critica. Io ho riferito (pag. 7) l’elogio che di Federigo II fa l’abate Denina, perchè a me era sembrato ch’ei ne avesse in breve adombrati i pregi insieme e i difetti. Ella perciò mi ricorda che voglionsi