Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/414

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f)3S inailo l’avrebbe presto ridotto al silenzio. Per_ ciò in una nuova edizione della mia Storia (.se pure l’avarizia dello stampatore mi permetterà di aggiugnervi le eruditissime sue annotazioni) a quest’ultima , ove ella accenna le Bolle di Clemente VIII, io, acciocchè il trionfo sia più solenne collo scoprire la debolezza degli argomenti contrarii, aggiugnerò un’altra citazione cioè: V. anche Muratori Antichità Estensi ] par. 11, c. 14. Ma torniamo al tomo quarto, da cui ci siamo per poco allontanati. Parlando di Pier delle Vigne a pag. 20, ho riferito un passo dello storico Rolandino che il dice uomo fornito di molta letteratura sacra e profana. Benchè questi sia uno storico contemporaneo, V. P. reverendissima non ne vuol questa volta ammettere la testimonianza; e ben con ragione, perchè ella, con un apparato maraviglioso di teologica erudizione, mostra che Pier delle Vigne sapeva poco di teologia, avendo egli avuto ardire di sostenere che non doveasi far conto alcuno di una ingiusta scomunica. E come è possibile che sia uomo fornito di sacra letteratura chi sostiene sì mostruosa opinione? Io sono così persuaso delle ragioni di V. P. reverendissima, che al primo corriere che parta per l’altro mondo voglio consegnare una lettera pel buon Rolandino, avvertendolo a cancellare dalla sua Storia quel passo che V. P. reverendissima ha riprovato, e a non credere che Pier delle Vigne fosse uomo versato nella sacra letteratura. Ma io che voglio indurre altri a correggere le opere loro, debbo prima pensare a corregger