Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/433

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!)57 di Paolo UI, poiché una sola breve annotazione veggo aggiunta a pag. , ove io ragionandone, dico ch’ei fu calunniato come seguace delf astrologia giudiciaria, e a questa occasione dico che non sarebbe a stupire che in quel tempo fossero alcuni anche tra’ dotti che credesser le stelle presaghe dell’avvenire: che riputavansi dotti, nota gravemente V. P. reverendissima, ma in realtà non lo erano, come con evidenti ragioni dimostrar si potrebbe, Ri* flessione giustissima e necessarissima , e senza la quale tutti avrebbon creduto che io ancora fossi fautore dell1 astrologia giudiciaria. Quanto debbo io essere riconoscente alla paterna premura eli1 ella ha pel mio buon nome! Ma ella non è ugualmente contenta di ciò ch’io ho scritto di Giulio III e di Paolo IV. E quanto al primo, ella a pag. 32 mi rimette al continuatore del Fleury, perchè io vi osservi le lodi eli’ ei dà a quel pontefice. Ma mi permetta V. P. reverendissima eh1 io le proponga un dubbio. Se uno il qual facesse una nuova edizione di quella Continuazione, al luogo ove si parla di Giulio III, ponesse una nota in cui rimettesse il lettore a ciò che io dico di quel pontefice, che direbbe ella di una tal nota? Io non credo, a dir vero, di peccar di superbia , ponendomi al confronto del continuator del Fleury, e credendo che possa rimanere incerto se egli, o io abbiamo esaminate meglio le cose. Aspetterò da V. P. reverendissima la risposta a questo mio dubbio , che stendesi ancora a ciò che appartiene a Paolo IV, giacchè per esso ancora mi rimette ella a ciò che ne