Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/446

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97°. eruditissimo galimatias sulle notizie più distinte, men distinte e confuse, mi biasima, perchè senza fondamento ho interpretate nel detto modo le parole del Ruscelli, le quali a lei sembra che non indichino Paolo IV. Perchè non ha V. P. reverendissima spinte più oltre le sue ricerche, e non ci ha più chiaramente spiegato il senso di quello scrittore? Io, i cui occhi son tanto meno penetranti, ho creduto che non si potessero rovinar castelli, nè togliere le entrate nello Stato pontificio senza comando del papa; e avendo osservato che il Ruscelli morì nel 1566, appena cominciato il pontificato di S. Pio V, che perciò le persecuzioni dell’Ersilia dopo la morte di Giulio III debbono appartenere al pontificato o di Paolo IV, o di Pio IV, e veggendo dal Ruscelli indicarsi la molta vecchiezza, persone che potevano in supremo grado, ec., ho creduto che s1 indicassero i tempi di Paolo IV. Se V. P. reverendissima, a spese di Pio IV, vuol giustificar Paolo IV, ella ne saprà i motivi. Ma spero che converrà meco, che senza abusare dell1 autorità di un pontefice, non potevasi maltrattare Ersilia nel modo dal Ruscelli indicato. Felici i papi, se avesser sempre difensori zelanti al pari di V. P. reverendissima! Quante calunnie si vedrebbono dileguate e smentite l Io ho riferito a pag. 101 ciò che dell’Ariosto si narra; cioè che papa Giulio II sdegnato contro di esso, perchè difendeva la causa del duca Alfonso I suo signore, lo volle far trarre in mare, come narra Virginio di lui figliuolo. Quanto è