Pagina:Toaldo - Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici, Vol 2 - 1802.djvu/82

Da Wikisource.

e notizie ec. 77

ingorgate di un succo abbondante, ed indigesto. Si vedeva nel Trivigiano verso i Monti, li Cinquantini, e gli altri minuti, così verdi ai primi d’Ottobre, come dovevano essere gli ultimi di Agosto; erano dunque questi vegetabili, per così dire, idropici, e così le frutta: perciò non è da stupire che cadessero queste dall’albero, o raccolte tanto facilmente s’infracidissero. L’uva piuttosto marciva, che maturarsi: e l’abbondante sperata vendemmia si ridusse a poco, per la quantità, ed ancora più per la cattiva qualità de’ vini; questa doglianza è universale. Vengo però assicurato, che là dove si lasciarono le frutta sull’albero lungo tempo, queste si conservano assai meglio. I nostri buoni vecchi non coglievano le frutta d’Inverno se non dopo S. Luca, quando, oltre la perfetta maturità, le brine, ed i geli avessero mortificato il soverchio umore. Noi abbiamo troppa fretta, e così non abbiamo frutta, o le abbiamo cattive. L’erbe poi, i cavoli, riuscirono di poco sapore, ed anche poco sane, per le stesse cagioni, dei sugli indigesti, dell’eccesso dell’umido, del freddo immaturo. L’ho detto, e conviene ripeterlo: il calore è il padre della generazione,