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38 Apologia de’ Conduttori.

te, e irreparabilmente, ad un grandissimo edificio. Come conciliare queste stravaganze? E si vuol dire, che non si conosce bene l’indole del fulmine!

RISPOSTA.

Questi veramente sono fatti veri, e sembrano essere in qualche contrasto tra loro; ma poi non so vedere qual difficoltà facciano contro la pratica dei Conduttori. I fulmini accendono dei corpi, varj edificj, quasi instantaneamente. Anche il fuoco elettrico accende i corpi. Che poi il fuoco si estenda all’improvviso, per esempio, per tutto il tetto di un vasto Tempio, come talora è accaduto, questo è appunto ciò, che non si può fare, se non dal fuoco elettrico, il quale, quasi un istante con velocità, simile a quella della luce, si diffonde alle più grandi distanze, e per l’estensione di più vasti corpi. Un tal fulmine dunque visibilmente si scopre di natura elettrica, e però soggetto all’influenza de’ Conduttori. Che poi talora non accenda de’ corpi assai combustibili, per li quali passa vicino, non è da stupire: prima, perchè questi corpi sebbene accensibili non sono attraenti, deferenti, o conduttori, come si voglia chiamarli; e se anche lo fossero, una saetta di fuoco vibratissimo, e conglobato, segue con tanto impeto la sua direzione, che non si scioglie nè pure per mezzo ai corpi deferenti; così potrà forare una placa di metallo senza dissiparsi, e passar unito sotto l’acqua, senza sciogliersi. Questa è la natura di un moto vibratissimo, anche di un corpo fluido, tenero, o molle, di far le veci di un solido: così una candela di sevo cacciata da un gran moschetto trafora un’asse grossa di legno. Per altro questo stesso fenomeno di non accendere i corpi combustibili vicini, dimostra, che il fuoco del fulmine è diverso, almeno nel moto, dal fuoco comune. Ia generale il fuoco elettrico infiamma dove riscalda, e riscalda dove si trova più condensato. In tal caso accende i corpi meno infiammabili: se sia più raro, lascia intatti i più combustibili. Vedete la Nota al num. 3. dell’Informazione al Popolo.


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