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Apologia de’ Conduttori. 43

DECIMA DIFFICOLTÀ

Q

Uanto a’ fulmini che vengono dalle nuvole, chi potrà persuadersi, che de’ tenui fili di metallo possano scaricare l’immensa copia di fuoco, che talora contengono le nuvole stesse? Nel giorno 3. Settembre del prossimo anno 1773. vi fu un Temporale il dopo pranzo, che durò più di sei ore (un’altro ve ne fu che durò ugualmente li 28. dello stesso Mese, di mattina): occupava, dai riscontri che se n’ebbe poi, tutta l’estensione almeno della Marca Trivigiana, certo oltre Padova, Venezia, e Trevigi, che vuol dire, copriva quasi due mille miglia quadrate di spazio; e non fece altro per tutte quelle sei ore, e in tutti questi luoghi, che un continuo fulminare, non potendosi numerare le Saette, che caddero. Chi può concepire l’immensità di fuoco, che una tal nuvola conteneva? Dire, che per un filo di ferro si potesse tutto tramandare, tanto sarebbe dire, che un piccolo sifone può esaurire Adige, e Pò. Ma anche un fulmine solo produce talora stragi immense. Lo Scheuchzero, nell’ultimo viaggio Alpino, descrive un fulmine che la sera dei 20. Maggio 1711. colpì la maggior Torre situata in mezzo della Città di Berna, il quale fece gran guasti non solo dentro, e fuori della Torre medesima, ma devastò nove altre case all’intorno, scagliando anche nella Piazza più globi di fuoco, a guisa di carcassa, visibilmente usciti dal globo maggiore del fulmine; e simili fulmini non sono rari. E come contenerli dentro una sottile catena?

RISPOSTA.

Molte cose vi sono da replicare: prima come si dirà quì dopo, questi fili, queste catene, e queste spranghe de’ Conduttori, non devono essere tanto sottili, e secondo l’ampiezza dell’edificio si devono moltiplicare. In secondo luogo noi parliamo de’ casi comuni, del corso regolare della natura. Gli argini de’ fiumi impediscono le comuni inondazioni; non possono impedire i diluvj, l’escrescenze prodigiose, che talora accadono. Si dirà forse per questo, che gli argini de’ fiumi non sono utili, che si devono abbattere? Lasciamolo dire a quegl’insensati, che contendono doversi lasciar correre le acque liberamente per li Territorj, come fa-


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