Pagina:Toaldo - Del conduttore elettrico posto nel campanile di S. Marco in Venezia, 1776.djvu/15

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la più cauta che si possa praticare; e ciò particolarmente in certe fabbriche, quali sono le altissime torri, terminate in guglia, ch’esigerebbero anche una mole immensa di fatture, ed anche per l’estensione, una moltiplicazione di punte a’ varj siti, non togliendo tuttavia il bisogno di legare colla catena principale i molti metalli esposti della fabbrica istessa.

Or tale è la torre di S. Marco: elevata da terra fino alla corona dell’Angelo, posto in cima alla guglia, 300 piedi Veneti, che sono più di 320 piedi di Parigi, (la proporzione essendo di 144:154) la piramide sola è alta piedi 80; l’Angelo nove piedi. Questo Angelo è di legno, coperto di rame: gira intorno ad un gran fuso di ferro, che lo penetra fino al petto, poggiando ivi in una scodella di bronzo, che ferma con pironi comunica col rame della superficie, e trapassando al basso la base di pietra, poggia sopra una grande spranga di ferro orizontale, alla quale, come dirò, s’è appiccata la catena, che perciò è disposta a tramandar una saetta, che cadesse sull’Angelo con cui comunica.

La guglia ha le facciate coperte di lastre di rame dorato, che dall’Angelo si estendono sino alla base, gli angoli soli restando di pietra nuda. Quattro mani di catene orizontali in crociera trapassano da un capo all’


altro,

    tutte le circostanze, fosse la più appropriata alla Torre di San Marco, e se nelle cose di ragione valesse l’autorità, quella del Signor Wilson verrebbe al mio appoggio.