Pagina:Toaldo - Del conduttore elettrico posto nel campanile di S. Marco in Venezia, 1776.djvu/16

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altro, e con ciò comunicano con le lastre esterne di rame. Or questi metalli continuati furono quelli per mio parere, che, sollevando la cupola, portarono i fulmini al di sotto, per esser ivi l’interruzione de’ metalli. Quivi è (dico alla prima cornice) dove cominciano in copia, le spranghe, le catene, e ogni sorte di serrature interrotte; e queste serrature interrotte senza dubbio furono gli attraenti de’ fulmini, e le cagioni delle stragi tante volte accadute in questo sito.

Partendo da questo principio, fondato sulla teoria e sulla osservazione di quasi tutti i fulmini, ho pensato in conseguenza di disporre, e dirigere la catena del Conduttore in modo, che dovesse legare e scaricar nel caso tutti questi metalli interrotti.

Ho dunque attaccato la catena (in tutto si prestò con diligenza e zelo il Signor Bernardino Macaruzzi valente Architetto Veneto) alla stanga che porta il fuso dell’Angelo. Si può dire che questo fuso faccia l’uffizio di lancia, comunicando, come dissi, con tutto l’Angelo, che nelle ali, nella corona, e in altre parti termina in figura acuta di metallo. A questo fuso però ho fatto porgere e toccare l’ultimo pezzo della catena, tirato in punta, per assorbire vie meglio il fuoco, se mai venisse da quella parte. Discendendo la catena pel vuoto, tocca, e si lega con tutte le traverse di ferro, che di mano in mano s’incontrano; e lo stesso si è fatto anche con maggiore scrupolo sotto la guglia, per tutto l’Attico, e la camera delle campane: qualunque ferro,


che