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P. I. Cap. II. Meteore acquose. 31

I vapori che la sera si trovano poco innalzati, o che s’innalzano la notte, sorpresi dal fresco dell’atmosfera, uniti, se si vuole, alle traspirazioni delle piante e dell’erbe, si condensano, cadono, ed attaccandosi alla superfizie de’ corpi, formano le stille della Rugiada.

30. Quando la terra è riscaldata, il fuoco si slancia con maggior forza nell’acqua, e nei corpi umidi porta via delle masse più dense di corpicelli acquosi i vapori allora diventano visibili; e se incontrano un’aria più fresca, come particolarmente in autunno1 e nell’inverno, e generalmente la mattina, ne’ luoghi vicini a laghi, a paludi, a riviere, formano quivi grandi ammassi di fumo, che si chiamano Nebbie, o Caligini, che ingombrano la terra, e la bassa atmosfera. Le nebbie non sono se non che nuvole basse: quelli che viaggiano per le montagne passando per le nuvole credono passare per delle nebbie.

31. Quando l’evaporazione estraordinaria ha elevato una quantità maggior di vapori, o che le nebbie si alzano, o che i venti ne anno ammassato da altre parti dell’atmosfera, o che il fuoco elettrico è chiamato altrove, abbandonando i vapori, questi ſi raccolgono, si condensano, diventano visibili, turbano la trasparenza dell’aria, formano in una parola le Nuvole, più o meno dense, estese, elevate, secondo la quantità, e la gravità specifica de’ vapori.

32. Quando i vapori si condensano di più in più, o sopravenendone altri si accostano, e si uniscono in masse più pesanti, non possono più sostenersi; per conseguenza cadono, e formano delle goccioline, che sempre crescendo per l’incontro d’altri vapori in


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  1. In un dato numero d’anni ho contato 240. nebbie d’Autunno, 120. solamente di Primavera.