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32 P. I. Cap. II. Meteore acquose.

cammino, formano la Pioggia. L’ammasso de’ vapori per lo più nasce dall’incontro di un vento in un vento contrario, in una nuvola, in una montagna; le loro molecule divenute più grandi acquistano a proporzione meno superfizie; per ciò sono capaci di dividere più facilmente l’aria, vale a dire, d’esser meno sostenute; forse è il fuoco stesso che gli abbandona, gittandosi in altre nuvole, o nelle montagne, che generalmente sono le sorgenti delle pioggie: in una maniera o nell’altra i vapori ricadono in pioggia.

33. Secondo la condizione diversa delle stagioni, se un certo grado di freddo concorre con una specie di coagulo salino, i vapori si gelano; le rugiade diventano Brine; le nebbie, Brume, le pioggie Neve, o Gragnuola. Questa in generale è la formazione delle meteore acquose: vediamo ora l’influenza di ciascuna sopra i vegetabili.

§. III. Dell’influenza delle Pioggie.

34. Niuno ignora, quanto l’umido sia necessario alla vita delle piante. Benchè non si possa accordare a Vanelmontio, e ad altri Fisici, che le piante non si nutriscono se non di acqua pura; bisogna altresì confessare, che l’acqua entra per molto nell’alimento loro, e come veicolo, e come materia. Ora i vegetabili non bevono altr’acqua che quella, la quale viene somministrata alla terra dalle meteore.

35. Parlando delle pioggie, è da osservare, che niuna irrigazione artifiziale, per quanto preparata fosse l’acqua, non fa mai tanto bene alle piante, come una pioggia benigna. Vagliano pure le circostanze dell’alternativa del calore e del fresco col benefizio del foco elettrico: il principale effetto delle pioggie proviene da ciò, che non sono acqua pura, ma un’acqua composta per la mescolanza di tante


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