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P. I. Cap. III. Della Primavera. 51

nale, o la coagulano, in modo che i germi abortiscono perciò è da desiderarsi nel mese di maggio verso il fine, ove il formento fiorisce, che faccia più tosto asciutto con venti secchi di ponente, o di maestro (per il nostro paese) che scuotano la rugiada, e portino via l’umidità stagnante: allora i grani ed i frutti legano felicemente, e se il resto corrisponde, la messe riesce abbondante.1


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  1. La messe anticipa, o ritarda, secondo la misura di calore che regna in primavera. Ne’ contorni di Parigi, dove la messe si fa a mezzo Agosto, questa differenza è talora di un mese: appresso di noi, ove i frumenti si tagliano in giugno, ordinariamente intorno S. Giovanni (parlando della piana campagna, poichè altro è de’ luoghi in colle) l’anticipazione, o il ritardo non è che d’incirca una settimana, salvo alcuni anni straordinarj ed infelici, ne’ quali si è tagliato avanti la metà di giugno per una maturazione precoce prodotta da nebbia, o da troppo secco. Ora io osservo, che la maturazione del frumento dipende dal calore di maggio, e de’ primi di giugno. Per esempio nel 1773. si è cominciato a tagliar il frumento avanti li 20. di giugno; l’avanzo del calore di maggio fu quasi 14. gradi. Nel 1772. che la messe andò verso il fine di giugno, l’avanzo di calore fu solo 3. gradi e mezzo: negli anni 1767, e 1768, si ebbe un residuo di freddo, e si tardò moltissimo il taglio del frumento.
    In genere un esperto e vecchio agricoltore mi diceva con ragione, che la buona o cattiva annata dipende dalla condizione della primavera; se questa è temperata, può corregger i difetti dell’inverno; se è fredda e piovosa, distrugge i benefizj dell’altre stagioni, altri all’opposto pensano consistere il tutto nella buona semina e nascita del grano: bene stabilito che sia colle radici avanti del verno, poco paventa dopo le ingiurie, che non sieno esorbitanti.

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