Pagina:Toaldo - La meteorologia applicata all'agricoltura - 1786.pdf/50

Da Wikisource.
50 P. I. Cap. III. Della Primavera.

zo, affine che il sole possa metter in moto l’umor delle piante, e i succhi della terra. S’intende, che vi sia accompagnato il calore, poichè se coll’asciutto regnasse il freddo, cessa questo benefizio. Il Sig. Du Hamel ne rende benissimo la ragione (observ. 1742 ): Porrò quì tutto questo passo poichè è instruttivo. „Nell’Autunno, quando il grano germoglia, mette in terra molte barbe, e poco tempo dopo compariscono alla superfizie della terra alcune foglie; a queste prime radici sen’aggiungono dell’altre, specialmente se l’autunno sia umido, e dolce: al sito dell’inserzione delle foglie e delle radici, formasi una specie di cipolla; da questo nodo partono nuove radici, e nuove foglie. Per poco che i geli d’inverno sieno forti, quasi ‬tutte le foglie, quasi tutte le radici, all’autunno periscono. Bisogna dunque, che la specie di cipolla, di cui ho parlato, produca nuove foglie, e nuove radici: ciò succede ordinariamente in apri‬le, quando questo mese è dolce e piovoso: ma se sia freddo, ed asciutto, queste radici di primavera non si sviluppano che lentamente e debolmente; e come le foglie non profittano se non a proporzione delle radici, ne risulta necessariamente un ritardo, che ordinariamente è pregiudizialissimo alle biade. Le pioggie di maggio sono di poco compenso, poichè il calore prossimo di giugno accelera di troppo la maturazione.„

74. Non ostante, la combinazione del freddo e dell’umido è ancor peggiore: poichè allora per l’abbondanza dell’umore, e per la lentezza del moto ne segue necessariamente del ristagno, e una specie di soffocazione. Se le pioggie sono eccessive, le biade divengono gialle e idropiche, e vanno soggette all’altre malattie, delle quali or ora si dirà.

75. Sono le pioggie nocevolissime in tempo della fioritura per tutti i frutti: lavano la polvere semi-


nale,