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P. I. Cap. III. Dell’Inverno. 49

anno osservato, che dove la neve era calcata e gelata, gli orzi e l’erbe facevano meglio.

70. Ciò che è a temere più per li vegetabili, come s’è detto, sono i falsi disgeli, i geli umidi ec.

71. Ma molto più è da temere d’un inverno dolce e piovoso; non aspettate mai in questo caso una buona ricolta; 1° perchè una tale stagione priva le biade dei benefizj della neve e dei ghiacci; 2° perchè fa crescere le biade avanti il tempo, e con ciò dissipare la loro forza; 3° fa crescere ancora più le cattive erbe, che rubbano il succo al grano, o lo soffocano a primavera; 4° perchè, secondo un proverbio, una stagione non perdonando all’altra, il freddo sopravviene nei mesi di aprile e di maggio, quando i seminati anno più bisogno di calore; 5° perchè le biade piene d’un umor acquoso e indigesto, vanno più soggette alla ruggine, e all’altre malattie.

§. IV. Della Primavera.

72. La Primavera, che comprende i tre mesi di marzo, aprile e maggio, è la stagione della più forte vegetazione. Quando le biade sono ben fortificate avanti l’inverno, provedute di buoni succhi per le nevi, con le terre ben penetrate e sciolte, venga la dolce stagione a metter in moto tutti i fecondi elementi della natura. Il calor del giorno, il fresco delle notti, la mescolanza dell’umidità e del calore, le benigne aure de’ zeffiri, produrranno quell’alternativa di dilatazioni, e contrazioni, che facendo circolare i sughi, con abbondante traspirazione, ed una imbibizione proporzionata, produrranno quelle secrezioni, e quelle assimilazioni di sostanze, in cui consiste l’oggetto de’ nostri voti, dico la felice vegetazione.

73. Il proverbio volgare dimanda l’asciutto di mar-


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