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P. I. Cap. III. Malattie del Grano. 53

line sferiche diventano tante lenti caustiche acutissime, i fochi delle quali cadendo sopra le foglie, e sopra i grani, li brugiano veramente. Di fatto si vede su i frutti di questi punti come di carbone, che sembrano vere brugiature. Ma quanto ai grani di formento, senza brugiatura si trovano vuoti.

81. Vi fu un tempo, in cui tutto era l’opera degl’insetti, sopra tutto le malattie: Redi, Vallisnieri, ed altri Naturalisti, che inclinavano a questa opinione, credevano pure, che la nebbia e la ruggine era l’opera degl’insetti: quella polvere gialla, nera, che si vede sulle foglie, e sulle spiche delle biade, non erano che gli escrementi, le ova, o le spoglie degl’insetti, che avevano mangiato la sostanza del grano. Ancora al giorno d’oggi vi sono molti di quest’opinione, e pretendono aver veduto gl’insetti nelle spiche coll’occhio nudo, quando altri negano d’averne potuto scoprire vestigio alcuno nè pure col microscopio. Puovvi esser dell’equivoco, e credo che consista in ciò, di voler attribuir ad una causa sola, e sempre, la nebbia.

82. Ultimamente in Toscana i Signori Targioni, e Fontana anno prodotto un’opinione nuova, che ha tutta l’aria di probabilità. Pretendono avere scoperto, che la Ruggine non è altro, che un ammasso d’un numero infinito di pianticelle parasite, simili ad una specie di muffa. Queste pianticelle, inserendo un’infinità di radichette tra le fibbre delle piante di formento, le succhiano, lor tolgono la sostanza; e perciò i grani restano o vuoti, o magri. Queste piantine anno le loro semenze invisibili, volano per l’aria, e portate dai venti s’attaccano alla biada; ed incontrando un’umidità tepida, germogliano, vi moltiplicano in infinito, e producono la rovina di cui si parla.

83. Io non ho bisogno di determinarmi a veruna di queſte opinioni sulla natura della ruggine: per il


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