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54 P. I. Cap. III. Malattie del Grano.

mio oggetto basta, che essa dipenda da una certa costituzione dell’aria, da un certo concorso di meteore. La ruggine si manifesta, come s’è detto, nelle primavere stemperate, dopo nebbie, rugiade, pioggie, seguite immediatamente da sole ardente, in luoghi bassi, e poco ventilati. Tutte queste disposizioni di calore e d’umido possono alla verità sviluppare le picciole semenze delle muffe parasite, o far nascere le picciole ova degl’insetti.

84. Ma senza ricorrere a queste cause straniere; perchè le biade non possono ammalarsi naturalmente per un eccesso d’umido, e di caldo? E non possono primamente esser attaccate da una specie di malattia cutanea? Quell’umore grasso e glutinoso, che si depone da una nebbia, disseccato dal sole, non può fissarsi sulle foglie, sulle gambe, sulle spiche? con ciò impedire la traspirazione, e con essa la buona digestione de’ succhi, formando al di fuori quella polvere gialla, o nera, che diede il nome alla ruggine?

85. In secondo luogo, perchè non può formarsi una malattia interna, simile a un raffreddore, a un’infiammazione negli animali? L’umido, colpito dal sole deve fermentare, bollire nella terra, nelle radici, nei canali stessi delle piante: ciò basta per alterare gli umori e produrre in seguito un languore, un disseccamento, una morte: se voi volete farne l’esperienza, basta inaffiare una pianta in un vaso ed esporla al sole; in due o tre giorni ella muore infallibilmente; così le biade, se sieno state innondate, sopravvenendo giorni caldi, per una fermentazione violenta maturando avanti il tempo, vale a dire, mujono in pochi giorni, poichè la maturazione non è che la morte naturale delle piante annuali. Allora bisogna vedere, in quale stato è il grano; se è compito, contiene la sua farina; se era tenero, sarà vuoto a proporzione. In fine io temo, che non si possa fissare una causa sola per tutte que-


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