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78 P. II. Cap. II. Congetture sulle mutazioni ec.

ria, sorgente dei venti, delle pioggie, e dell’altre meteore. Ma qualunque ne sia la cagione, il fatto è ormai fuor di dubbio, riconosciuto dalle persone attente e imparziali, che osservano con qualche cura il cielo, ed il tempo.

138. Passando oltre, all’occasione del piovosissimo anno 1772. ho potuto fare una nuova applicazione di questi principj, poichè i principj veri sono fecondi. Nel Giornale d’Italia (appresso Milocco Luglio 1772.) ho inserito una lezione sul ritorno delle stagioni, e degli anni stravaganti, il cui contenuto è questo.

139. Avevo veduto in Plinio due passi, che mi diedero motivo di pensare. Dice nell’uno (Lib. 11. c. 97.) che le maree a capo di 8 anni ritornano al loro principio; nell’altro (L. 18. c. 25.) che le stagioni, ad ogni 4 anni, subiscono una effervescenza; ed una notabile alterazione a capo di 3.

140. Nel saggio meteorologico avevo fatto molto uso del periodo dell’apogeo lunare, che si compie in 8 anni e 10 mesi; avevo in oltre ritrovato che la misura della pioggia, tanto a Padova, che a Parigi, si ragguaglia con pochissima differenza nel periodo di 9 anni; dunque mi fu facile conchiudere per l’osservazioni antiche, e moderne, un periodo di 8 in 9 anni nelle stagioni, e nelle annate. L’inspezione della Tavola delle pioggie me lo confermò, considerando spezialmente gli anni più piovosi, e così la Tavola dei morti, quella delle ricolte della campagna ec.

141. Quindi ho potuto anche intendere quella parte del detto di Plinio, che le stagioni si esaltano ad ogni 4 anni; il che è verissimo, e nasce dalla situazione eguale degli absidi della luna, che si succede di 4 in 4 anni, nei segni equinoziali, e appresso poco anche nei segni solstiziali.

142. In oltre questi quarti, o quinti anni, poichè


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