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14 PARTE I. ARTICOLO II.

La luce, fuoco, o urto, vibrata con incredibile celerita, comunque d’ infinita fottigliezza è atta a deftar il fuoco, e molto più a fcuotere, ed agitare i corpi fpezialmente delicati, e deboli degl’infermi: anche i fani, e robufti ne foffrono, poichè i più indurati contadini fe fi arrifchiano a dormire col capo fcoperto al Sole, non folo contraggono infiammazioni refipolofe alla cute, ma in oltre orribili dolori di capo, ftupori, deliqui, delirj; il qual colpo di Sole da’ ruftici noftri vien detto Solana. Nello Stato di Milano fono i contadini infeftati da una malattia cutanea a guifa di lepra detta pelagra, che viene attribuita all’infolazione. E riferifce il Der-.

ham nella Teologia Fifica, che nel giorno 8 di Luglio 1707 in una Provincia d’Inghilterra vi fu un ardore di Sole così intenfo, e bollore tale, che molti mietitori, e fino i buoi, e i giumenti morirono ne’ campi. E li 30 Luglio 1705, a Montpellier, per un calore eftraordinario fi ruppero i Termometri d’Aubin; l’aria divenne infocata come quella delle fornaci; fi coffero delle uova al Sole, le vigne reftarono brugiate. E nella China, a Peking, l’anno 1743, dai 14 fino a’ 25 Luglio morirono undeci mille perfone della plebe nelle ftrade per il caldo intollerabile, effendo ftato di gradi 35t, vale a dire, 3 gradi fopra il calor naturale degli animali, in cui dunque l’uomo non può vivere lungamente.

Strani talora fono gli effetti che nascono in ri, o fia per l’improvvifa. mancanza di luce qualche rea qualità per il contagio, e per gli Due cafi infigni adduce il P. Belgrado nella fuffo degli Afri; e poichè fa a propofito giova qui recare per eftefo l’.

intiero paffo di quefto elegante Scrittore tempo delle Eccliffi Solao che la luce contragga effluvj del corpo lunare.

fua Differtazione dell’Inma La forza riscaldatrice del Sole fi fa fentire non folo pei raggi diretti, amor pe rifles; non folo ne’ giorni chiari, ma ancora ne torbidi e fofchi, av vegnachè inegualmente. Questa promove il fucco, e l’alimento nelle trachee più fettili de vegetabili, e delle piante quefta s’infinua ne’ feni più cupi de’ monti, e vi perfeziona i metalli: quefta conforta colla fua presenza gl’infermi, e partendo li rattrifta. Questo fuoco è la Jorgente della vita, dello spirito, della forza, e confeguentemente della fanità negli animali, che per i pori de loro corpi ne ricevono fecreti influff, fovente involti tra l’aere, che quafi di corteccia loro ferve. Non v’ha chi non s’avvegga, che ne’ giorni puri le fibre fon più rigide, e tefe, i polfi più forti, e robufti, e tutta l’economia animale più fotenuta, come l’efperienza c’infegna. Nelle grandi eccliff Solari fon varie volte avvenuti deliquj, accidenti, che fembrarono fatali, e funefti. Un valente letterato mi dijfe, che ritrovavafi nel giorno di una celebre eccliff dell’ anno 175.li 3. Maggio in Venezia nella gran fala del Palazzo pubblico, che chiamaji dello Scrutinio, ove era allora raunata gran quantità di Nobili, di Caufidici, di Briganti, e Clienti alcuni de’ quali verfo il punto della masfima oscurità, non folamente rimafero fupidi, e quafi forditi, ma ancora tramortirono, e venner meno. Nell’eccliffi dell’anno 1706 12 Maggio il Chiarifimo Vallifnieri, che era allora convalefcente in Padova provò una maggior languidezza del folito, con certi tremori inufitati del corpo. Anche il Ramazzini aveva offervato in tal tempo ai polfi degl’infermi de’ moti irregolari, e


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