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DEL CALORE DEL SOLE. 15

confufi. Lo feffo afferiva d’aver fofferto nel capo, dove era fovente infestat dall’emicrania, un’afflizione, e un tormento maggiore. Il Signor Santuliana che era allora col Vallifnieri, provò in quella torbida e funefta luce qualche infofcamento di vita, ed una certa confufione come foratiera negli Spiriti: it che pensò procedere dal mancamento de’ raggi Solari, che vivificano il moro corpo, o da una certa confufa alterazione dell’aria che fentono i noftri fluidi, e fegnatamente que’ corpi egri, e languenti, ne’ quali qualche principio attivo del fangue fi trova fenza il dovuto freno, non avendo la maffa degli umori questa neceffaria armonia, nè quel conveniente equilibrio, quelia proporzione, ed intreccio, o combaciamento di particelle, nè quella forza energetica, che fi ricerca ad ogn’efterno, e molefto influffo. Offervò un altro fenomeno il Vallifnieri, che motra rendere al mondo an non fo che di più funefto la privazion della luce nell’ecclifi, di quello faccia la privazion della feffa nelle ore notturne. Era egli nella villereccia fua cafa; cinto d’intorno d’una verde, e ridente campagna cantavano gli uccelli, e le rane, e i grilli, e gli altri animali affordavano l’aria colle folite loro frida; quando fopravvenendo all’improvvi fo le tenebre, attoniti, e quafi florditi ammutolirono affatto, in guifa che in ogni lato v’era un alto, e trifto filenzio, che non ebbe fine, fe non al nuovo folgoreggiare de’ raggi folari, i quali tornarono a vivificar il mondo, a rifvegliare gli uccelli al canto, e a render il primo fembiante all’intriftita natura.

Il Mead nel fuo libretto de Imperio Solis & Lune defcrive la medefima Eccliffe veduta a Venezia 3 Maggio 1715 che fu totale a Londra per più di tre minuti, defcrive, dico, anche effo il filenzio e la cofternazione di tutta quella gran Città, il filenzio e il pavore degli animali; il tripudio; l’allegrezza, le grida quando tornò lo fplendore al Sole, quafi foffe rifufcitato il mondo. Adduce lo fteffo dal Bellonio un altro eſempio rimarcabile di una Dama inferma, per la quale mentre confultavano i medici, fopravvenne un’Eccliffi di Sole: partono i medici dall’ammalata per vedere il Cielo, fenza prevedere, nè fofpettare quello che arrivò; nell’atto che il Sole fi ofcurava, vengono chiamati in fretta, perchè l’inferma tramortiva; ftupirono poi tutti, che non ritornò in fe fteffa, fe non col ritornare il lume del Sole. Vedremo dopo altri effetti fimili dell’Eccliffi di Luna.

Paffiamo ad altri effetti del Calore folare. Il Sig. Bouguer trovò, che il calor del Sole nella Zona torrida produce ne’ metalli un’eftenfione più grande, che l’acqua bollente, la quale pur distrugge in un momento l’organizzazione de’ corpi animati, e di tanto eccede il calore del lume folare.

Etaminando poi la dilatazione di un pavimento di mattoni in un cortile, trovò che per 33 piedi fi faceva un aumento di una linea per il calore della State (Accad. Reg. 1745) E quali enormi variazioni devono foffrire gli edifizj, fpezialmente ifolati, non folo dall’Inverno all’Eftate, ma dal giorno alla notte? E non deve la crofta della terra foffrire, per tale alternativa, una perpetua fiftole e diaflole, con notabiliffima differenza di effluvj? Ma quanto maggiore ancora, i fluidi ed i folidi dei vegetabili, e degli animali, che fono anche più mobili, e particolarmente l’aria, fluido il più fufcettibile di dilatazione, e perciò di diradazione e leggierezza?

Il Montanari nel libro citato, ed altri dopo di lui, propongono un gio-


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