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16 CAPO I. ARTICOLO II.

co, che molto spiega gli effetti varj provenienti da questa alternativa di condensazione, e rarefazione dell’aria, per il freddo della notte, e caldo del giorno. In vaso ripieno d’acqua sieno poste alcune pallottole, o figurine di vetro, con un pertugio interno che contenga più o meno d’aria, simili ai così detti Diavoli Cartesiani, sicchè la gravità specifica del totale poco differisca da quella dell’acqua. Queste figurine esposte nel giorno. al Sole verranno a gala, perchè l’aria rinchiusa rarefacendosi col caldo, rende più leggiera tutta la mole; all’opposto col freddo della notte discenderanno al fondo. Si consideri l’operazione del Sole sopra i fluidi e solidi, che tutti contengono parte d’aria, e si rifletta, quanta differenza del loro stato ci debba esser dal giorno alla notte. Si danno dei Termometri così sensibili, che all’entrare d’una persona nella stanza, dove sono posti, col solo alito d’essa si muovono per molti gradi. E non deve nascer un non so qual moto simile nelle macchine idrauliche degli animali, spezialmente nei fluidi di persone tenere, deboli, ed inferme, col variarsi il caldo dell’atmosfera nelle varie ore, e nelle varie stagioni? Le piante istesse risentono queste differenze; e quindi colle foglie e col fusto voltano verlo il Sole, e con esso girano non solo i girasoli, le malve, ma moltissime altre erbe1. Di qua nasce l’estensione maggiore negli anelli annui de’ tronchi, de’ rami delle piante, verso quella plaga, che riguarda il Sole, o il mezzodì. Ed il Cavalier Linneo (Philos. Botan. P. 271 propone come fattibile una spezie di Cronaca degl’Inverni più aspri, o più dolci, per via degli anelli, spezialmente della quercia, più angusti, o più larghi, secondo il grado del freddo.

Quindi da una stagione all’altra tutta cambiata si vede la faccia della matura; perchè il Sole col suo moto obliquo, coll’alzarsi e abbassarsi sopra un clima porta seco tutto il circolo delle generazioni in un anno; mentre sta lontano sottraendo il calore nel modo sopra (piegato, tutto resta condensato, e costipato, e cessa ogni sensibile vegetazione; ma alzandosi col caldo promove gli umori, e i succhi, ravviva, nutrisce, aumenta, matura ogni spezie di piante, e di frutti. Ognuno dei dodici mesi dell’anno, per un grado preciso di caldo, si vede partorire qualche pianta, qualche fiore, qualche frutto, e spesso qualche animale proprio di quel mese. Poichè siccome il fiorir di certe piante ricorre con regola dentro una settimana di un’appropriata stagione, sicchè come riflette il Sig. Linneo, il fiorir delle piante potrebbe servire per una spezie di Calendario, anzi di Orologio per via del loro sonno, e delle loro vigilie2; così tra’ pesci, volatili, qua-


dru-
  1. All’opposto le piante, e l’erbe, tenute coperte, e chiuse, diventano Spillonate, (Etiolées come i Francesi le chiamano) scolorate, bislunghe, sottili, ammalate, degenerate; perchè prive dell’anima, della luce, e del foco. La luce probabilmente s’incorpora nei fluidi, e si fissa ne’ solidi; quindi il bel colore, e lo squisito sapore delle frutta battiste dal Sole una camicia riscaldata al Sole ristora: tanto è il valore del fuoco celeste.
  2. Osservabili sono i passi del Cavalier Linneo. Circa il Moto delle piante (Philosoph. Botan. pag. 88. ) Osservano l’ora del giorno i fiori Semiflosculosi, e varj altri. Di notte si piega a basso la Draba, il Partenico (Foliis ovatis Crenatis), la Trientale. Si appassisce l’Impaziente (Bell’uomo), l’Amorfa.