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22 PAR. I. ART. III. DEL MOTO DIURNO DELLA TERRA.



quindi dell’atmosferico, l’uno e l’altro generatore di tutte le grandi, piccole, placide, e tumultuoſe meteore, e dentro il Globo come i terremoti, e ſpezialmente quivi alto nell’Atmasiera? Certo lo ftrofinamento de’ corpi è quello che eccita l’elettricità, e forſe non altro: e qual altro sfregamento coſtante e valido, produttore del perpetuo elettriciſmo dalla terra traſmeſſo all’aria, puoſſi immaginare fuori del moto del globo ſteſſo?

Certamente oltre il calore del Sole, che in vero molto promove l’evaporazione dei fluidi, e l’eſalazione de’ ſolidi verſo la ſuperfizie, qualche altra origine fi deve ammettere delle eſpirazioni continue, o particolari, che vengono dall’intimo della terra, e che non cellano nella notte, e nei tempi più freddi dell’anno . Il calore del Sole non penetra ſotto la ſuperfizie più di tre o quattro piedi, come provano le grotte artifiziali, ove fi conſerva il ghiaccio e la neve per tutto l’anno. Vorremo noi ſupporre la Terra uno ſiniſurato animale, il quale colla circolazione dell’ac= qua e d’altri fluidi per gl’interni canali, per le voragini aſſorbenti, e vomenti, imiti la circolazione del ſangue. per le arterie, e per le vene, e ſoffra ancora una ſpezie di ſudore e di traſpirazione, or più or meno copioſa, di vapori umidi, e di aliti pingui o ſecchi? Allora diremo inſieme, che le catene delle rupi ſono le ſue oſſa, le varie terre la carne, le ſelve e l’altre piante i ſuoi peli, il mare il ſuo ſtomaco, e i terremoti le ſue febbri, come qualche autore ſeriamente ſcriſſe . V. IVerniſchek Phy)° fica Aftrorum . Cap. IV.

Laſciando le ciance, conviene bensì riconoſcer ancora una forza attiva, un vignre natutale, un principio agente in molti elementi, o corpi compoſti del Globo, particolarmente il flogiſtico, e il fuoco,. per quanto pare diffuſo da per tutto, e il cui calore s’incontra internandofi nella terra più a dentro di 40 in go piedi . Ma per deſtare queſti ſpiriti, queſti principj attivì ad agitarſi, meſcolarſi, a fermentare,. a produrre eſpulfioni continue, o eſpulſioni intermittenti, come nei terremoti, e nelle eruzioni de’ Vulcani, per eccitare lo ſteſlo fuoco ſtagnante, non fl ricerca un fomite particolare, un principio che lo determini, che ſcuota le ſue prigioni, che a poco a poco lo ſviluppi? Dove trovare queſto principio di agitazione fuori della vibrazione continua,, che dà alle parti del Globo la converſione diurna, e le varie ſcoſſe che ne ſuccedono?

Nel Pianeta di Giove: ſcoprì il Caſſini, e dimoſtrano tutto di le oſſer-.

vazioni degli Aſtronomi, grandiſſime mutazioni nelle Faſcie, e nelle Macchie di cui. abbonda; parendo come: che ivi vaſte riviere, e mari ſmiſurati , rompano. di tratto in tratto le loro rive, cambino letto, inondino regioni. immenſe, laſciandone altre all’aſciutto, con molte altre. varie rivoluzioni . Or a tante ſovverſioni, le quali devono eſſere grandiſſime, € terribili per poterſi da sì lontano diſcernere, fi può congetturare che vada quel Pianeta ſoggetto, oltre altre cauſe, anche per la ſua grandezza; mentre il ſuo diametro eccedendo 11 volte quello della Terra, 11 volte maggiore. ſarebbe la velocità nella ſua ſuperficie, ſe il ſuo moto diurno.

foſte di 24 ore come il noſtro; ma inoltre creſce di più del doppio, per chè la diurna rotazione di Giove fi compie in mevo di 10 ore.


All’op-