Pagina:Tommaseo - Esempi di generosità proposti al popolo italiano, Milano, Agnelli, 1868.djvu/85

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Queste e altre cose disse, prima di morire, Mosè, come suggello della legge rivelatagli da Dio, unico Signore di tutti. Seguitiamo notando taluni tra i maggiori precetti di questa legge.


«Non nominare il nome del Signore Iddio tuo invano».

Chi rispetta le cose veramente grandi, e non ne fa mal uso, quegli solo saprà non dare gran peso alle dappoco, saprà usare con giusta misura tutte le cose. Taluni bestemmiano il nome di Dio, e poi temono di rammentare il nome d’un ricco o d’un grande senza i suoi titoli, che tante volte non gli appartengono nemmeno. Perchè sono anime vili; perchè non han da temere carcere o multa quando bestemmiano: ma far dispiacer a un titolato o una donna galante, e aver nome di malcreato pare a costoro vergogna grave.

E per questo, che dobbiam rispettare il nome di Dio, egli comanda per Mosè di non mai dire il falso, perchè Dio è verità. E in un luogo della Legge unisce insieme i tre seguenti precetti con ammirabile sapienza: «Non rubare - non mentire - non ingannare il tuo prossimo»; per insegnare che il bugiardo è un ladro, il quale tende a rubarci il conoscimento del vero, il più necessario bene nostro.

Molto più abbominevole è la bugia quando trattasi di testimonianza falsa, fatta per nuocere a persona innocente. E badiamo che non son falsi testimoni coloro soltanto che si presentano in giudizio per questo; ma falsi testimoni, più rei o meno, son tutti che affermano a danno o al disonore degli altri cosa che non sappiamo di certo