Pagina:Tommaso Moro.djvu/20

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Vi mova il suo magnanimo, sincero

Sentir; non date di delitto il nome
Ad opposizion ch’ei lealmente,
Non per odio, vi fea. S’ei nell’ardore
Del suo zel trascorreva, il suo dissenso
Manifestando al vostro imen col sire,
Pensate che ingannarsi egli potea
Per amor di giustizia e della patria,
E di voi stessa. Ah sì, di voi! Nè solo
Fu il padre mio in temer, che a voi fatale
Tornasse quest’imen. Più d’un amico
Dissuaderven già tentò. - Dispetto
Deh non vi rechin mie parole: udite.....
Poichè il temuto imene Iddio permise,
Or benedicalo ei! Ma benedirlo
Iddio mai non potrà, s’angiol di pace
Anna Bolena non divien; se i giusti
Per sua cagion periscon; se mio padre,
Infra i regii ministri il più fedele,
Qual traditore oppresso vien.
ANNA
M’accusa
Il volgo, il so, di queste stragi tutte
E del destino di tuo padre. Ah credi,
Ch’io non son così rea; credi ch’io bramo
E ardentemente cotai grazie imploro
Spesse volte dal re, ch’ei mi ricusa,
Sebben di me amantissimo. Intentata
Pel padre tuo non lascerò una via;
Salvarlo anelo io, sì. Ma secondati