Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/106

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94 libro ii.

ni. ma l’amator vero di Cristo, e lo studioso seguace delle virtù, non s’abbandona alle consolazioni, nè cerca di cotali dolcezze sensibili: ma piuttosto di malagevoli pruove, e di sostenere per Cristo dure fatiche.

4. Quando adunque la consolazione spirituale t’è conceduta da Dio, ricevila con rendimento di grazie; ma bada bene ch’ella è dono di Dio, e non tuo merito. Non volerti levare in alto, nè prenderne soverchia letizia, nè presumere vanamente: ma sii anzi del dono più umile, e più cauto, e in ogni tua azione più timoroso. perciocchè passerà quell’ora, quando che sia, e la tentazione seguirà appresso. Quando la consolazione ti sarà tolta, non gittar subito la speranza; ma con umiltà e con pazienza aspetta la celeste visitazione; conciossiachè Dio è potente di ridonarti un più copioso conforto. Ciò non è nuovo, nè strano a chi è sperimentato nella via del Signore: perchè ne’ Santi, e negli antichi Profeti fu spesse fiate tale maniera d’avvicendamento.

5. Per la qual cosa un certo, essendogli già la grazia presente, dice-