Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/229

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capo xlii. 217

la quale io non abbia accoppiata. Così ti bisogna a così fatte affezioni delle persone amate esser morto, che tu (quanto è in te) desideri di viver fuori da ogni umano consorzio. Tanto s’avvicina più l’uomo a Dio, quanto egli da ogni terreno piacere più si dilunga: e tanto a Dio si leva più alto, quanto più basso si profonda in se stesso, e più a se stesso diventa vile.

2. Quegli poi che alcun bene a se medesimo attribuisce, dà impedimento che in lui non venga la grazia di Dio; conciossiachè la grazia dello Spirito Santo cerca sempre il cuor umile. Se tu sapessi perfettamente annichilare te stesso, e d’ogni affetto a creatura votarti, tu allora mi sforzeresti a versare in te molte grazie. Quanto alle creature tu guardi, tanto t’è contesa la vista del creatore. Impara a vincere in ogni cosa te stesso pel creatore; e sì avrai virtù d’arrivare alla cognizione di Dio. Qualunque cosa, sia pur menoma, se tortamente sia guardata ed amata, ritarda dal sommo bene, e ci guasta.

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