Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/286

Da Wikisource.
274 libro iii.


9. Molti si brigano di sapere, chi nel regno di Dio sia il maggiore; eglino che pur non sanno se e’ saranno degni d’aver luogo tra i minimi. Egli è grande onore l’essere eziandio l’ultimo in cielo, dove tutti son grandi: essendo che tutti si nomineranno Figliuoli di Dio, e saranno. Il più piccolo diventerà un milliajo, e ’l peccatore di cento anni morrà. Imperciocchè domandando i Discepoli, quale dovesse esser maggiore, ebbono questa risposta: Quando voi non vi trasmutiate sino a farvi siccome fanciulli, non entrerete nel regno de’ cieli. Colui adunque il quale si umilierà come questo fanciullo, desso è il maggiore nel regno de’ cieli.

10. Guai a coloro, che si disdegnano di abbassarsi spontaneamente a modo di pargoli: poichè la bassa porta del reame celeste non li permetterà passar entro. Guai ancora a’ ricchi, che hanno qui ogni loro consolazione: poichè quando i poveri entreranno al regno di Dio, essi si rimarranno di fuora traendo guai. Rallegratevi, o umili, esultate voi poveri; che è vostro il regno di Dio, se pur camminate secondo la verità.