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Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/299

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CAPO II.


Che grande bontà ed amore si usa

all’uomo nel Sacramento.


PAROLE DEL DISCEPOLO.


1. Nella bontà, e molta misericordia tua fidato, o Signore, io m’appresso infermo al mio Salvatore, affamato, e sitibondo alla fonte della vita, bisognoso al Re del cielo; servo al Signore, creatura al Creatore, abbandonato al mio pietoso consolatore. Ma donde a me ciò, che tu stesso ne venga a me? or chi son io, che tu mi doni te stesso? Come può il peccatore essere ardito di comparirti dinanzi? e tu, come degni di scendere ad un peccatore? Il tuo servo tu bene il conosci; e sai pure ch’egli nessun bene ha da sè, perchè tu gli sii di tanto cortese. Adunque io confesso la viltà mia, conosco la tua bontà, laudo la tua misericordia, e della soverchia tua carità le maggiori grazie ti rendo. Imperciocchè ciò tu fai da te stesso, non per nessuno