Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/308

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296 libro iv.

gelica mente. Or che potrò dunque io indegno peccatore, terra e cenere, di così alto mistero ricercare, e comprendere?

2. Signore, nella semplicità del mio cuore, in buona e ferma credenza, e sopra il tuo comandamento, io avvicinomi a te con isperanza, e riverenza; e sì credo con verità, che qui nel Sacramento sei tu, Dio ed Uomo presente. Poichè dunque tu vuoi ch’io ti prenda, e in carità a te m’unisca, pertanto io imploro la tua clemenza, e per questo ti prego di spezial grazia, che in te tutto mi strugga, e in amore mi stemperi, nè di nessuna consolazione più avanti mi dia pensiero. Conciossiachè quest’altissimo, e degnissimo Sacramento è salute del corpo, e dell’anima; medicina ad ogni spirituale infermità, per cui i miei vizi mi sono curati, le passioni frenate, le tentazioni soggiogate, o diminuite; grazia maggiore m’è infusa, la virtù nascente rinforzasi, si rassoda la fede, la speranza ringagliardisce, la carità divampa, e distendesi.

3. Imperciocchè nella comunione tu fosti largo di molti beni, e spesso tutt’ora sei a’ tuoi cari, che si co-