Pagina:Torriani - La cartella n. 4, Cesena, Gargano, 1880.djvu/221

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riccardo cuor di leone. 217

uno scandolo. Che m’importava di suo padre, de’ miei parenti, di tutto il mondo? Io lo sfidavo il mondo nella foga del mio amore.

Eravamo tutti schierati. Il generale con un seguito di ufficiali superiori ci passava in rivista. Gli invitati venivano a gruppi; le signore cogli ombrellini aperti, cogli abiti lunghi lunghi, che i signori pestavano un pochino per poi salutarle fino a terra nel dire pardon. Pigliavano i posti con un gran bisbiglio, poi li mutavano per star più comode, e movevano le sedie, e le facevano cadere, e salutavano le nuove venute da lontano, poi volevano avvicinarle, si scambiavano dei segni, s’alzavano in piedi un’altra volta, e ricominciavano ad andare e venire, e conversare.

In quella confusione, per quanto guardassi, non potevo vedere se c’era la Fulvia. Avevo anche il sole che proprio mi dava negli occhi.


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