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218 riccardo cuor di leone.


Ad un tratto risonò un rullo di tamburo prolungato, s’intonò la musica. Cominciava la distribuzione delle cifre reali. Dovevo essere uno dei primi chiamati.

Quando udii il mio nome uscii fuori. La cifra da darsi a me era stata portata alla mamma. Mi feci innanzi, umile in tanta gloria... Dio degli innamorati! Accanto alla mamma c’era il signor Malinverni, ed accanto a lui la Fulvia, come in parlatorio. Un momento fui sul punto di correre a lei, di gettarmi a’ suoi piedi. Ma la mamma era là colle mani stese per darmi la cifra; tutti gli occhi erano su di me; dovetti frenare il mio ardore, e stare ad ascoltare quanto mi diceva la mamma, ed accogliere i complimenti di una quantità di cugini che aveva condotti con sè.

Ma in realtà non ascoltavo nulla. Guardavo la Fulvia, più bella che mai, con un vestito bianco leggero; mettevo tutta l’anima negli oc-