Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/131

Da Wikisource.

Ma tutto questo lo faceva per ambizione più che per slancio di cuore. Non era un uomo affettuoso, tutt'altro. La sola cosa che diminuisse l'attrattiva della sua figura e del suo spirito, era lo scetticismo che traspariva da' suoi discorsi, dal suo sorriso un po' ironico, dal tuono freddo della sua voce. Non aveva entusiasmo giovanile, non credeva a nulla.

Mi raccomandava di studiare, aveva studiato molto anche lui; ma non aveva fede nella scienza e mi diceva:

— La scienza serve a farci comprendere che non sappiamo nulla.

Gli scrivevo lunghe lettere, gli parlavo del mio affetto, della mia riconoscenza per le sue cure. Lui non mi rispondeva in iscritto, non mi scriveva mai. Quando veniva a vedermi mi rispondeva:

— La riconoscenza è un tema rettorico. Nessun sentimento esiste più, quando viene l'età delle passioni. Quando avrai vent'anni, e ti dominerà l'ambizione, o l'avarizia, o l'amore, o quella passione qualsiasi che è destinata a primeggiare nel tuo cuore, se ti fosse necessario di camminare sul mio cadavere per giungere alla tua mèta, lo faresti senza esitare. Non protestare; è una legge che s'impone a tutti; le passioni governano il mondo.

Ma quando, col mio calore giovanile, gli parlavo di quelle grandi passioni, mi rispondeva:

— Che ti credi? le passioni non sono che le varie forme dell'egoismo umano.

Dividevo le mie affezioni fra Marco ed un amico a cui ero strettamente legato, e pel quale avevo una grande ammirazione. Quando mio fratello mi vedeva giungere in parlatorio dando il braccio a Leo e parlandogli con intimità, mi diceva: