Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/156

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il mio dovere di uomo onesto, e dove cominci la mia carità d'amico. Forse lei saprà e potrà più di me. Faccia quello che il cuore le inspira.

LEONARDO GIORDANI.


XXVII.

Augusto a Leonardo.

Il tuo cuore d'amico ha sentito il bisogno di guarirmi ad ogni costo; ma la tua coscienza di uomo giusto t'ha fatto evitare di provocare delle confidenze, che mi avrebbero meritato il tuo biasimo.

Eppure nella mia convalescenza avevo nell'anima una gioia così esuberante, che ad ogni momento provavo la smania di gettarti le braccia al collo, e di dirti che ero felice, e quanto ero felice. La tua serietà, il tuo silenzio, frenarono sempre la mia espansione. Ma ora che sei lontano, e sento il vuoto che hai lasciato accanto a me, e sto per fare un passo decisivo nella mia vita, provo il bisogno ed il dovere di dirti tutto quello che ho sul cuore.

Prima di ammalarmi mi ero così profondamente compreso delle nostre massime austere, che, dopo averti scritto la mia ultima lettera da Regoledo, malgrado le mie audacie, malgrado la violenza della mia passione, avevo sentito il rimorso d'una colpa che non avevo ancora commessa, dell'intenzione della colpa.

E quando avevo letta, più tardi, la lettera del Malvezzi, m'era parso di vedere tutta l'umanità sollevarsi contro di me, e chiamarmi sleale ed ingrato; ed ero fuggito dall'Eva, fuggito dall