Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/189

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orato.

Ma non temere per me; mi sono agguerrito nelle lotte: la crisi, che mi aveva quasi ucciso nella prima violenza della passione, non si ripeterà.

Il mio amore non è meno ardente. Il mio dolore è forse più crudele. Ma il mio corpo ha ricuperata la forza per sostenere anche l'urto di quest'ultima bufera.

E lo sosterrò solo. Mi sono fatto misantropo; mi compiaccio nella solitudine, nel silenzio e nelle immagini del passato. Non posso tollerare nessuna compagnia; le voci umane mi fanno male.

Le sole cose a cui posso volgere il pensiero, oltre la mia cara memoria, sono, prima, la tua amicizia, poi tutto quello che s'inspira al nostro giuramento, alla fede che ho tradita.

Parlami di te, amico. Dimmi quello che fai; è tutto bene quanto mi viene da te. Tu sei la giustizia, ed io sono l'errore; ti ammiro e ti amo. Bisogna che t'ami molto, Leo, per sentire d'amarti nel gelo di morte che mi assidera il cuore.

AUGUSTO.

XXXII.

Leonardo a Augusto.

Non puoi credere come mi rassicuri il leggere in tutte le tue lettere che lavori al Re Lear. È soltanto dal lavoro che spero per te il conforto d'una pace durevole.

Avrei voluto venire a Milano per passare le feste del Natale e del capo d'anno con te. In tutto questo mese, dopo la tua grande risoluzione, ho desiderato molte volte d'abbracciarti. Ma un in