Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/199

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orbita. Parlava colla voce rauca, strangolata dall'ira, e gestiva colle mani alzate che tremavano come foglie per la concitazione.

Ad un tratto la Mercede gli rispose qualche cosa, che gli fece perdere la ragione addirittura. Le si avventò contro, la prese per le spalle, e curvandole sul capo la sua grossa testa calva, continuò a parlarle rabbiosamente, mentre la scuoteva con una violenza brutale. La povera giovane continuava a piangere senza rispondergli, senza ribellarsi. Io benedissi la sua fermezza, che la tratteneva dal rivoltarsi contro suo padre; ma ero così indignato, che stavo per spezzare un vetro. Per fortuna in quel momento il vecchio allentò un momento le mani, e la Mercede ne profittò per svincolarsi e fuggire al buio come la sera precedente.

Conoscevo la disposizione della casa, e sapevo che, per salire nelle stanze di sopra, doveva traversare un corridoio dall' altra parte della farmacia, le cui finestre non erano mai chiuse.

Voltai l'angolo in fretta, ed affacciandomi alla finestra del corridoio, in cui si sentiva il passo affrettato della ragazza, susurrai:

— Mercede! Mercede!

Udii il passo farsi ancora più rapido, come per fuggire. Chiamai daccapo:

— Mercede! senta una parola; nel suo interesse la prego.

— Chi è? domandò fermandosi un po' distante.

— Sono io, Leonardo Giordani.

Allora tornò indietro; s'accostò alla finestra e mi disse in tuono crucciato:

— Mio Dio! Perchè mi ha parlato del convento