Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/50

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che slanci di passione, e se mi riescisse di farglieli dedicare a scopi più nobili, potrebbero migliorar lei, e tornar utili ai suoi simili. Mi pare che chi fa il bene con passione lo faccia due volte.

Io mi propongo di sviluppare le facoltà buone che sono latenti nel suo carattere, di risvegliarle nell'animo il nobile entusiasmo della virtù, di farle rivolgere la mente a cose serie.

L'impresa non è facile. È avvezza a ridere di tutto e lo fa con garbo, ed è adulata pel suo spirito, e se ne compiace. D'altra parte non ha grande colpa della sua indifferenza egoistica, perchè la sua esistenza è trascorsa senza dolori e senza lotte; ha sempre trovato quanto le occorreva a portata della mano, e non comprende le sofferenze altrui perchè non sa cosa sia sofferenza.

È nata ricca; era figlia unica; i parenti le fecero la vita facile colla loro indulgenza. Il suo ingegno naturale le rese facile l'istruzione. Si maritò a diciasette anni, per cui non ebbe neppur il tempo di patire la contrarietà di quelle limitazioni che s'impongono alle signorine nelle letture, nelle conversazioni, negli spettacoli. Il mondo in tutta la sua immensità di bello e di brutto, di virtù e di errori, fu aperto troppo presto ai voli di quella immaginazione ardita.

Ma più che nella realtà, essa lo conobbe nei romanzi; e, naturalmente, la parte drammatica ed avventurosa della vita, fu quella che la sedusse maggiormente; e le venne a noia la sua esistenza facile e senza dramma.

È evidente che si annoia; aspira al romanzo, e questo onest'uomo di marito, che ha sposato volentieri ma senza passione, non le sembra un eroe abbastanza