Pagina:Torriani - Senz'amore, Milano, Brigola, 1883.djvu/110

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un barocciaio e faceva continui trasporti di grano al mulino, aveva sposato quella giovinetta più per i soldi del babbo che per lei; tanto più che il babbo salumaio, aveva una cera da moribondo pel mal di fegato che soffriva, e non gli si sarebbero dati sei mesi di vita; i figli maschi se n'erano andati pel mondo, chi a Lecco, chi a Varese, ed uno fino a Milano; ed il barocciaio calcolava che, morto il vecchio, avrebbe fatto casa comune colla suocera, e sopratutto banco comune nella bottega. Tutto questo andava molto a sangue alla mugnaia, la quale, per il denaro, avrebbe venduta l'anima al diavolo, e tanto più facilmente aveva venduto il suo carrettiere a quella giovinetta, sicura come era di ricomprarlo con un'occhiata furba de' suoi occhi trentenni.

Non occorre dire che, dopo il matrimonio, Ambrogio continuò, grazie al grano ed al mulino, la sua tresca colla mugnaia grassa come una quaglia, serbando alla giovane sposa gli amplessi violenti delle sue ore d'ebbrezza, e le busse delle ore tristi, quando l'altra lo tribolava per avere i quattrini, che il suocero si ostinava a serbare, con quel filo di vita epatica, che gli durava Dio sa come.

Intanto madre natura, che non è punto sentimentale, badava a fare il suo compito senza curarsi se il carrettiere fosse ubbriaco od innamorato; e nella casa della giovine sposa i bambini si tenevano dietro l'uno all'altro come le canne dell'organo; ce n'erano già tre, due maschi ed una bimba.