Pagina:Torriani - Senz'amore, Milano, Brigola, 1883.djvu/132

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persuadermi che è vero; perchè i piaceri non si gustano se non relativamente alla condizione in cui si vive. Se quel vecchio fosse trasportato nello stato nostro, godrebbe una beatitudine infinita, esulterebbe di gioia. Se egli pensasse a noi, supporrebbe che noi viviamo una vita di delizie. Invece il nostro animo è nient'altro che tranquillo, ed in un angolo del nostro cuore veglia la malinconia. E se nella condizione nostra mettessimo ora un gran signore, il signor Carpi, per esempio, si troverebbe miserabile.

— Eppure, babbo, non puoi negare che abbiamo gustati dei giorni di vera felicità, e speriamo di gustarne ancora; mentre quel vecchio....

— Quel vecchio avrà esauriti i suoi. Noi abbiamo goduti dei giorni di felicità? Li sconteremo più tardi colle ricordanze e coi confronti.

L'ha detto anche Dante che la ricordanza dei giorni felici è il maggiore dei dolori. È un fatto che la somma della felicità è uguale per ogni vita umana. Quanto più uno s'affretta a goderla, a restringerla in un breve spazio di tempo, tanto più squallidi rimangono gli anni sui quali l'ha presa in anticipazione. Una donna che è molto bella, molto amata in gioventù, esaurisce tutte le sue gioie, e poi passa il resto de' suoi giorni a rimpiangere la bellezza perduta, a desolarsi della sua decadenza, del suo isolamento.

Napoleone I a Sant'Elena era di certo più infelice de' suoi compagni, perchè era caduto da più alto, aveva goduto di più. A noi stessi, questa sera danno