Pagina:Torriani - Serate d'inverno, Madella, 1914.djvu/146

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— E Valeria? rispose subito a sè stessa. Valeria che lo ama, che me l’ha confessato; perchè era di lui che mi parlava ieri.

E qui la speranza, la terribile ingannatrice, le suggerì un dubbio.

— E se non fosse di lui?

Allora s’accostò al pianoforte dove i due giovani stavano discorrendo, fece scorrere il dito su la tastiera come aveva fatto Valeria il giorno innanzi, poi le domandò:

— E adesso le senti tutte quelle note?...

— Sì, tutte, tutte, anche i diesis, disse la signorina facendosi rossa, troppo rossa per un discorso affatto musicale.

Addio fallace speranza! Non fu che un disinganno di più.

Odda andò a sedere in disparte, e ripensò la sua arte, il successo del suo quadro, i suoi lavori finiti, i disegni audaci d’altri lavori. Ma tutto questo lo ripensò senza passione, perchè ormai le mancava il sentimento entusiasta che le aveva dato coraggio, ambizione, fermezza. Pure non si lasciò abbattere. Era quello o non mai il momento di sentire il vantaggio d’un’altra passione che non fosse l’amore.

— Perchè ho imparato un’arte? Perchè il babbo me l’ha data, se non per preservarmi dal vive-