Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/131

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fusero, si strinsero, si baciarono lungamente..

Quando la voce stonata del prete, e subito dopo quelle alte e festose dei musici, intuonarono l’O salutaris hostia, io mi scossi sbalordita, confusa, inebriata, come da un lungo amplesso. Mi pareva d’essermi legata anche più strettamente a lui; sentivo d’appartenergli.

Finchè durò l’ottava, rialzammo il capo al momento della benedizione, e ripetemmo quella specie di muto ed ardente colloquio d’amore, che mi lasciava turbata come una colpa, ma pazzamente felice.

Per tutta la mia vita, quell’alto silenzio della benedizione mi ricordò la gioia di quell’ora, e mi commosse, e mi fece piangere. I miei parenti ed amici hanno una grande idea della mia divozione.

Finita l’ottava, sentii una gran mancanza, mi parve che fosse avvenuta una grave catastrofe, come un incendio, un’inondazione