Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/135

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caldo come una vampa. La Titina si fece pallida. Mi disse poi, che l’aveva creduta la domanda formale di matrimonio. Figurarsi, diretta a me! Ma era la sua idea fissa.

Eravamo tutte e tre in piedi, noi due e la matrigna, intorno alla tavola della cucina. La lettera era là, tra il pacco della carne aperto, ed un cavolo tutto bagnato che le sgocciolava sopra. Io la divoravo cogli occhi, ma non osavo toccarla.

La matrigna, quand’ebbe ricevuto il conto dalla serva, prese tranquillamente la busta, ed andando in camera a pigliare gli occhiali, disse:

— Sarà qualche stupidaggine. Oggi è il giorno delle seghe!

Io lo sapevo che era il giorno delle seghe. Senza osare esprimere neppure con mia sorella quella grande speranza, che avrebbe potuto esser vana, ci pensavo da mesi e mesi, ed invocavo quella lettera.