Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/138

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Io tornai a crollarmi tutta, negativamente. L’idea che Onorato fosse aggredito da qualcuno che gli intimasse di sposarmi, come se si trattasse di pagare un’imposta, mi faceva arrossire e m’impauriva. Mi pareva che lui dovesse credermi complice d’una cospirazione per forzare la sua volontà, ed offendersi e sfuggirmi.

Volevo che venisse a me spontaneamente, quando le sue circostanze glielo permetterebbero, e desideravo di dargli una grande ed assoluta prova di fiducia, non domandandogli mai neppure quali fossero le sue intenzioni. Potevo dubitarne?

La matrigna riprese:

— Se non sai chi ti scrive questa sciocchezza, non capisco perchè piangi...

La Titina, con un’astuzia ed una prontezza che mi sbalordirono, rispose:

— Si mortifica, perchè capisce che è una burla.