Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/186

Da Wikisource.

— 184 —

col signor Bonelli sul nostro matrimonio; mi sentii salire al volto una vampa di rossore, e tutta confusa, domandai:

— Quale questione?

— Quella delle risaie.

Credetti che scherzasse, e lo guardai stupefatta. Ma lui, senza far caso del mio stupore, continuò:

— I miei fondi, i pochi che ho, perchè non sono un gran possidente, sono in risaia. E ci vivo una parte dell’anno per sorvegliare io stesso i lavori. Per i proprietari di risaie è un obbligo di coscienza; altrimenti si deve affidarsi ai sensali ed allora sì che i poveri giornalieri, in quelle mani, sono oppressi da un lavoro soverchio, mal pagati, mal nutriti, alloggiati come Dio vuole, trattati da schiavi.

Io risposi un po’ stizzita:

— Non me ne intendo, sa. Noi abbiamo pochissimi fondi verso Gozzano; boschi e vigneti. Le risaie non le conosco.