Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/89

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dire più nulla. Loro mi vennero dietro e si misero a sedere un po’ confuse. Poi nel salutarmi la Maria mi susurrò tenendomi la mano:

— Via. Alla prima lezione glielo dico di certo. Non sapevo se ti facesse piacere davvero.

Ma avevo perduto la fede in quella promessa; ero disingannata; mi sentivo senza appoggio per raggiungere lo scopo vagheggiato, me lo vedevo sfuggire, e lo desideravo con tutto l’ardore con cui si desidera un bene che sfugge.

Intanto però quelle sofferenze non mi erano uggiose, come quelle che avevo tanto deplorate, della matrigna, della casa, del bimbo. Mi erano care, amavo soffrire così. Quando la Titina, vedendomi impensierita e triste, e sovente col pianto alla gola, mi diceva: — Prega la Madonna che te lo faccia dimenticare, — io mi stizzivo, mi sgomentavo al-