Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/103

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posò il cencio che aveva in mano e andò in cucina:

— Dov'è il padrone?

— Non è ancora tornato: è restato a pagare il conto dal droghiere.

— Correte subito a cercarlo! La padrona si sente male!

Lo sguattero, che aveva risposto, posò il coltello con il quale puliva il pesce ammonticchiato dentro l'acquaio e tolto allora allora dalla sporta, si asciugò le mani, ravvolse il grembiule su al legacciolo; ed uscì. Ma non potè trovare subito Domenico, che era andato a fare altre spese.

Quando lo vide, tornarono ambedue quasi correndo. Per le scale, Domenico sbattè contro il medico, suo amico e avventore, che scendeva ad aspettarlo:

— Caro Domenico.... Ascoltate un momento!

Il trattore lo prese per le spalle. Il medico gli allontanò le mani, fermandogli i polsi.

— Domenico, questa volta... Quella povera donna!

Egli gridò:

— Mi lasci! È una convulsione.

Ma si sentì gelare tutto, con un gelo che gli veniva a ondate, dalla cima delle dita e si fermava nel mezzo del capo. Credette, lì per lì, che si trattasse di un turbamento