Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/104

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della sua intelligenza; ma il respiro affannoso, a lui che respirava così bene, gli ricordò che la cosa quasi presentita era ormai venuta. Come affrontarla? Come vedere Anna morta? Doveva proprio andarci lui?

E quando entrò nella camera, i muri e le porte traballavano e si spalancavano da sé, credette di non vedere niente. Poi toccò il volto già freddo e un po' rigido; e allora chiuse gli occhi, si buttò sopra la moglie e cominciò a piangere.

I suoi gridi stessi lo facevano tremare.

A poco a poco sentì il suo dolore. Tutta la sua enorme violenza, ora, gli pareva cambiata in paura; gli pareva che Poggio a' Meli fosse trascinato via lontano ed egli non aveva il tempo di far qualche cosa; gli pareva che gli usci della sua trattoria si chiudessero da sè e non volessero esser riaperti; e che Anna avesse tanto sofferto per non poter parlare; e tutto crollava in lui.

Il suo dolore era così pieno che tutti avrebbero dovuto consolarlo! Ora si pentiva di non averle voluto bene abbastanza!

Anna s'era raffreddata a poco a poco; e, avendole qualcuno stese le palpebre, parve insolitamente estranea per la prima volta a tutta la gente che le era attorno.

Qualcuno la prese sotto il mento, e la compianse: